Capitolo 4
Sinodo Parrocchiale
Ci si propose come meta generale che il popolo facesse la scelta di Cristo e del Vangelo come senso della propria vita. I risultati ottenuti furono una chiara conferma che il momento era proprio maturo per un'assise di questo genere.
Per comprendere la portata di questo evento credo valga la pena accennare ai momenti salienti del suo svolgimento e al significato che esso ha avuto nel cammino di maturazione di questo popolo.
Annuncio e preparazione
Il primo mercoledì di Quaresima del 1981 si fece una speciale convocazione della gente e durante la celebrazione dell'Eucaristia si diede l'annuncio che entro la Pasqua del 1982 sarebbe stato celebrato il Sinodo parrocchiale.
Nel corso delle benedizioni pasquali esso venne presentato come opportunità di discernimento evangelico offerta ai singoli e alla comunità, perché potessero definirsi di fronte a Cristo e alle esigenze del suo Vangelo; e si esortarono nello stesso tempo le famiglie a dare la loro adesione. Sulla base delle risposte furono poi ricomposti i gruppi familiari in vista degli incontri presinodali e sinodali che si sarebbero fatti. Si approfittò di ogni occasione per invitare tutti ad essere docili all'azione dello Spirito e per richiamarli continuamente sull'opportunità di scegliere Gesù ed essere suoi testimoni.
Incontri presinodali
Da ottobre a febbraio, bambini, giovani, adulti e anziani, tutti coloro cioè che aderirono all'iniziativa, s'incontrarono ogni mese nei gruppi familiari o in quelli occasionali per riflettere sui cinque temi sinodali proposti, cercando insieme cosa significasse, nella loro situazione concreta, scegliere Cristo. I temi scelti per il Sinodo sono i seguenti:
1. Gesù e le persone indifese.
2. Cosa chiede Gesù alla comunità riguardo ai giovani e cosa chiede ai giovani riguardo alla comunità.
3. Vivere in famiglia come Gesù vuole.
4. Come vuole Gesù che sia la nostra convivenza sociale.
5. Cosa vuole Gesù dai gruppi familiari.
E fu proprio attraverso questa partecipazione che si manifestò l'azione animatrice e santificatrice dello Spirito presente nel suo popolo.
Una commissione raccolse quanto emerse negli incontri e, con l'aiuto di quattro sottocommissioni, redasse un testo base da sottoporre alla riflessione nella settimana sinodale. Il compito di questa commissione fu quanto mai delicato, perché si trattava di utilizzare ogni briciola di verità che la gente aveva comunicato, nella precisa convinzione che lo Spirito di Dio passa attraverso la buona volontà e il bene di tutti.
Fra dicembre e febbraio furono coinvolte tutte le famiglie per la elaborazione di una professione di fede propria della comunità cristiana di Vajont, il cui testo definitivo sarebbe stato proposto poi all'Assemblea Sinodale per l'approvazione. L'elaborazione del testo venne fatta in base alle risposte pervenute attraverso l'inchiesta alle famiglie fatta con le seguenti domande:
- Come fece con gli Apostoli, Gesù oggi chiede a voi: "Chi dite che io sia?" (Mc 8,29), cosa conto per voi?
- In particolare cosa conto per voi nei momenti di sofferenza, di solitudine, di lavoro, di distensione, nella vita familiare?
- Nella comunità di Vajont in chi mi riconoscete?
Il popolo, in questo modo, fu chiamato ad esprimere con parole semplici, ma sincere, la propria fede in Gesù, a farsi dono reciproco del bene che possedeva e ad aiutarsi a riconoscerlo come frutto dello Spirito.
Incontri sinodali
La settimana sinodale si aprì con la celebrazione dei vespri e per cinque sere consecutive ogni gruppo familiare si incontrò per esaminare i documenti base, preparati dalla commissione, e per proporre eventuali emendamenti. Al termine di ogni incontro i coordinatori ebbero cura di consegnare il testo con le modifiche proposte dalla gente.
L'équipe parrocchiale, il mattino seguente, provvedeva a riformulare il testo per presentarlo all'Assemblea generale.
Assemblea sinodale
Il sabato della stessa settimana venne celebrata l'Assemblea alla quale erano presenti Mons. Abramo Freschi, vescovo della diocesi, e Mons. Tarcisio Carboni, vescovo di Macerata. L'Assemblea Sinodale ebbe inizio con l'intronizzazione della Bibbia e, subito dopo, il nostro Vescovo la dichiarò aperta con un breve discorso di prolusione.
La coordinatrice dell'Assemblea diede lettura dell'ordine del riorno e subito dopo il Segretario lesse i testi sinodali che a uno a uno vennero approvati dall'Assemblea.
Fatta l'approvazione dei testi, il parroco invitò il Vescovo a dare la sua approvazione spiegando il senso di questo atto. Nel suo discorso il Presule espresse il proprio compiacimento per il lavoro svolto e per l'impegno che la comunità si era assunta; firmando poi i documenti sinodali intese riconoscere la validità del nostro cammino.
Eucaristia finale
La settimana si concluse con la celebrazione dell'impegno sinodale nell'Eucaristia presieduta dal Vescovo Mons. Tarcisio Carboni. Dopo la lettura della Parola di Dio, vennero portati processionalmente all'altare i Documenti Sinodali mentre il popolo cantava la sua riconoscenza al Signore. Dopo averli posti sopra la mensa il parroco, rivolto verso il popolo, fece la seguente preghiera:
"Signore, a nome di questa comunità ti presento il frutto della nostra ricerca di Te, e come segno del nostro impegno ho messo questi documenti sul tuo altare. Fa' che tutti noi ci ricordiamo che ogni sforzo compiuto per attuare quanto tu ci hai fatto capire è un sacrificio spirituale a te gradito, e che nel tuo sacrificio troviamo la forza per compiere quanto tu stesso ci hai suggerito. Per l'intercessione della Madonna invochiamo, Signore, la tua grazia per essere fedeli agli impegni assunti".
Dopo l'omelia, con la quale il Vescovo toccò veramente il cuore di tutti per la semplicità e il calore della sua parola, tutta l'Assemblea, circa ottocento voci all'unisono, proclamò la professione di fede sinodale. Momento di eccezionale emozione che rimarrà indimenticabile nella comunità, perché in quelle parole, cariche di fede e di afflato poetico, essa si riconosceva, riconosceva ciò che di meglio aveva saputo esprimere e ciò che viveva nel suo intimo, al di là delle manifestazioni esterne che il più delle volte non sono altro che contraffazione di ciò che di genuinamente cristiano porta nel suo cuore. La comunità in quel momento si è sentita veramente popolo, popolo di Dio.
Non ci poteva essere cornice migliore di questa per celebrare l'impegno di una comunità che in quel momento si è trovata, forse per la prima volta, presente nella quasi totalità.
Valutazione del Sinodo
Anzitutto bisogna tener conto di alcuni dati statistici. Ai gruppi sinodali parteciparono 300 persone delle quali 266 erano rappresentanti di altrettante famiglie. Tenuto conto poi che gli abitanti del paese erano 1400 e le famiglie 425, risulta che nei gruppi sinodali furono rappresentate il 62% delle famiglie e furono presenti ad essi il 21% delle persone. All'Assemblea sinodale parteciparono 250 persone mentre alla messa conclusiva circa 800.
Se valutiamo il Sinodo a partire dai cinque documenti e dalla professione di fede, dobbiamo dar atto:
- che la comunità è stata capace di riconoscere pubblicamente i problemi propri e quelli del paese, cosa che, fino a poco tempo prima, non avrebbe avuto il coraggio di fare;
- che ha saputo cogliere l'essenza del messaggio evangelico e la sfida che tale messaggio pone ad ogni persona e alla stessa comunità;
- che per attuare quanto il Vangelo esige si è proposta orizzonti e passi concreti da fare che, in gran parte, coincidono con quanto di meglio viene oggi proposto a livello di esperti;
- infine che la professione di fede ci dà un'immagine di un popolo che ha doti contemplative e che un certo numero di persone, nella loro semplicità, vivono la contemplazione di Dio e di Cristo come situazione normale della loro vita.
Da questo punto di vista dobbiamo riconoscere che la meta e stata certamente raggiunta. Rimane però il dubbio se si debba parlare di tutto il popolo o di una parte di esso. E certo comunque che, propendendo per la seconda ipotesi, si dovrà parlare di una parte significativa di esso come protagonista dei documenti che sono emersi nel Sinodo. In tali documenti, profondi e completi sotto il profilo dottrinale e operativo, è evidente la saggezza di questo popolo.
Se valutiamo l'assise parrocchiale dal punto di vista di ciò che il popolo ha vissuto, dobbiamo dire:
- che ha fatto esperienza di libertà nel comunicare agli altri quanto ciascuno pensava, ed esperienza di complementarità di fronte alla diversità di vedute;
- che, al di là di quello che potesse supporre, si è reso conto che sono molti coloro che pensano e vogliono in senso cristiano;
- che per la prima volta ha fatto l'esperienza di leggere nella fede la situazione del paese, ed ha avuto la prova che quanto e stato espresso è sgorgato dalla riflessione e dalla preghiera di tutti;
- che ha constatato con meraviglia di essere riuscito, lavorando insieme, a fare qualcosa di grande e significativo in termini cristiani, come sono appunto i documenti sinodali, opponendo in tal modo un'esperienza di fiducia collettiva alla sfiducia sistematica assunta come atteggiamento di vita;
- che ha fatto un'esperienza di comunione e partecipazione nella riflessione evangelica e nella preghiera sfociata poi in una esplosione di gioia e commozione nella Messa conclusiva;
- che nel proclamare la propria fede con la formula da lui stesso costruita si è sentito vibrare in sintonia e commozione perché ciò che esprimeva era pensiero e sentimento di ciascuno e di tutti, quanto cioè Dio stesso aveva messo nel cuore di ognuno;
- che nel tentativo di esprimere quello che aveva vissuto nel proprio intimo non ha trovato altre parole che: bello, meraviglioso, gioia, ecc.
Da questo punto di vista bisogna proprio dire che l'esperienza sinodale è stata un vero "avvenimento di fede", anche se alcuni l'hanno vissuto con profonda intensità, altri con partecipazione affettiva e convinta, altri, infine, di riflesso accogliendo il fatto con ammirazione, con rispetto e, in parte, con una certa nostalgia di non avervi partecipato direttamente. Se valutiamo il Sinodo sotto il profilo dell'organizzazione dobbiamo dire:
- che il metodo e la procedura adottati hanno prodotto un capovolgimento del metodo storico con cui buona parte della Chiesa elabora i suoi documenti. Nel Sinodo infatti i contenuti furono offerti dal popolo, la forma e la precisione dagli esperti, l'approvazione dall'assemblea e la conferma dal Vescovo;
- che il popolo ha fatto l'esperienza di comunità, di essere cioè popolo di Dio in ricerca della volontà divina, ha assaporato lo spirito di benevolenza e di fraternità al di sopra di ogni differenza strutturale e ministeriale, e, forse per la prima volta, ha percepito che il clero e le suore furono al suo servizio perché potesse divenire protagonista autentico del Sinodo insieme col Vescovo.
Senza dubbio, da questo punto di vista, il popolo è stato il vero protagonista della scelta di Cristo e del Vangelo.
Se valutiamo il Sinodo sotto il profilo delle ripercussioni che ha avuto durante e dopo il suo svolgimento, si deve constatare:
- che riguardo ad esso si è creato un clima generale di rispetto senza opposizioni, e questo è certamente un fatto nuovo;
- che il popolo ha provato la gioia di essere protagonista del Sinodo con la coscienza di ciò che esso implicava per il suo futuro e con la consapevolezza che questo futuro è nelle sue mani e dipende da lui;
- che si era creato un clima di benevolenza e di bontà nei confronti del parroco e delle suore, come se questo avesse voluto esprimere un maggiore accordo con ciò che essi rappresentavano;
- che il Sinodo ha coinvolto tutti e che il paese si è sentito come investito da una forza che scaturiva dall'interno della stessa comunità, ed ha percepito la presenza dello Spirito che gli ha fatto sperimentare l'unità nella diversità;
- che i pochi rimasti indifferenti e i pochissimi altri contrari hanno rispettato e rispettano quanto si riferisce ad esso;
- che si era prodotto un senso nuovo di fraternità fra la gente, soprattutto tra i membri dei gruppi familiari. Da questo punto di vista, balza evidente che è stato il popolo come tale a vivere il Sinodo anche se in gradi diversi.
Concludendo, possiamo veramente affermare che il Sinodo è stato un "evento salvifico" nel quale il popolo, rendendo pubblico ciò che portava nel cuore, si è reso consapevole e cosciente di essere identificato in alcuni valori del Vangelo, anche se ciò non vuol significare immediata coerenza di vita con questi valori, pur essendosi impegnato in tal senso e avendo in se stesso la volontà di esserlo.
É stato, infine, l'avvenimento nel quale il popolo ha sentito qualcosa di Dio che lo ha raggiunto e lo ha spinto a fare un passo avanti verso la sua maturità in Cristo.