Capitolo 1

Il nuovo paese nato in seguito del disastro

ErtoIl paese di Vajont è un piccolo centro in provincia di Pordenone, sorto nel territorio di Maniago in seguito al disastro del Vajont, avvenuto il 9 ottobre 1963. Le comunità di Erto e Casso, colpite dalla sciagura, costituivano un unico comune all’estremo limite nord-orientale della provincia di Udine, su un territorio di ben 53 Kmq. Dal punto di vista ecclesiastico Erto, capoluogo del comune, apparteneva alla diocesi di Concordia; la frazione di Casso, invece, a quella di Belluno.Gli Ertani si dedicavano prevalentemente al commercio ambulante e si spingevano con le loro mercanzie in tutto il territorio dell’Italia centro-settentrionale; i Cassanesi, invece, avevano nell’agricoltura la loro attività prevalente; molti però emigravano. Dopo il triste evento che provocò la morte di duemila persone nei due versanti della valle del Vajont e del Piave, le due comunità furono costrette ad abbandonare il paese sconvolto e minacciato da altre frane e a cercare asilo in altri luoghi. Cominciò così per quelle genti un lungo periodo di profuganza che le portò a contatto con altre comunità della Valcellina, del Friuli e del Veneto. Tra le persone che sono morte e quelle che si sono trasferite lontano si può calcolare che sia scomparsa una generazione. Il tipo di assistenza scelto dagli organi statali a favore dei sinistrati e il modo di applicarlo, dando l’equivalente del salario a chi non andava a lavorare e niente a chi aveva ripreso il lavoro, non aiutarono la gente a ritornare a una vita normale e a evitare il tanto deprecato “complesso del sinistrato”. L’amministrazione comunale, dal canto suo, dopo un comprensibile smarrimento di fronte ai gravi problemi suscitati dal disastro, si riprese e fronteggiò l’emergenza con grande forza e dignità. I problemi da risolvere erano tanti e complicati: sul piano legale doveva farsi rappresentare bene in giudizio, perché venissero riconosciuti i responsabili del disastro; sul piano della ricostruzione, invece, aveva la preoccupazione di far giungere agli organi dello Stato le giuste istanze di una popolazione duramente provata, ma decisa a risorgere. L’esodo forzato dal paese produsse inevitabilmente uno smembramento delle due comunità con tutte le conseguenze che si possono immaginare sul piano culturale, sociale e religioso.L’unità della gente subì un ulteriore durissimo colpo quando, psicologicamente impreparata, dovette scegliere il luogo in cui costruire il paese, dato che non era possibile ricostruire quello distrutto. Furono allora scelte tre località: Ponte Giulio (Maniago), Stortan, a monte di Erto e Pian di Vedoia (Ponte nelle Alpi). Una grossa porzione delle famiglie di Erto e Casso optò per Ponte Giulio che poi prese il nome di Vajont, dal torrente omonimo su cui era costruita la diga. La scelta di Vajont determinò una svolta nella storia delle due comunità che fino a quel momento, per diversi motivi, erano vissute separate una dall’altra pur costituendo, sotto il profilo amministrativo, un unico comune.

Vajont

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